Cronico
La parola al Parroco
Ricominciamo tra pazienza e coraggio
Abbiamo iniziato il nuovo anno pastorale e catechistico. Certamente ciò che abbiamo vissuto nei mesi scorsi, ci fa rivedere, in qualche misura la normalità del vivere, ma la volontà non è quella di chiudere semplicemente una pagina e tornare a vivere come si è sempre fatto.
Non sarebbe giusto dimenticare. Quello che abbiamo sperimentato, soprattutto nel nostro territorio, non può essere liquidato semplicemente come un brutto ricordo che si cerca di cancellare per ritornare alla cosiddetta normalità. E poi siamo sicuri che questa normalità sia in tutto positiva? O non è forse vero che quello che è successo ci obbliga a fare una valutazione di quella che consideriamo la normalità del vivere? Riprendiamo pur sapendo che ogni famiglia non ha mai smesso di vivere le sue gioie, fatiche, slanci e frenate. E’ vero però che viviamo sempre “nuovi inizi” e ci sono delle occasioni che possono rilanciare progetti, sogni, speranze, non a caso le chiamiamo “iniziative”, dovrebbero infatti “iniziarci”, cioè introdurci ad una vita che non possiamo che desiderare come bella e piena per noi e i nostri figli. Questo è il senso di quella iniziativa che chiamiamo “anno pastorale” non solo appuntamenti da aggiungere ad altri, ma un modo di vivere tutto il tempo, lasciandoci guidare da colui che, come buon Pastore, ci introduce a una vita bella, piena, addirittura eterna. Lo chiamiamo “anno pastorale” e non semplicemente anno catechistico, perché la catechesi in realtà, si inserisce in un cammino più ampio che vorrebbe farci riscoprire come comunità, come famiglia di famiglie, offrendoci così un respiro fresco quando troppi impegni ci soffocano, uno sguardo luminoso per saper cogliere orizzonti di speranza in mezzo alle fatiche e un senso di casa in un mondo e in un contesto che ci ha isolati gli uni dagli altri.
Questo cammino ha il suo centro nell’Eucaristia ogni domenica, perciò vorremmo uscire dalla logica della domanda: “è un obbligo?” per scoprire la vera domanda: “si può vivere senza alimentarsi?”.
Così la nostra fede non può vivere se non la alimentiamo con la messa domenicale e la preghiera. Nei mesi scorsi abbiamo scoperto nuove modalità per vivere la comunione e per essere comunità. Il virtuale ci ha aiutati a salvaguardare un minimo di relazioni, ad accompagnare i ragazzi e ragazze ad avere una preghiera condivisa. Ma ora è tempo di riappropriarci dei nostri spazi di incontro e di condivisione, certo, con tutte le attenzioni che ci vengono suggerite. Proviamo allora a chiedere al Padre che ci doni il suo Spirito, lo Spirito di Gesù, perché ognuno possa cogliere a quale disponibilità è chiamato e si lasci mettere in gioco in questa vita di comunione, che è l’unica capace di donarci gioia.
Con la proposta dei cammini di catechesi, la comunità cristiana, rende concreta la cura di Dio Padre verso i suoi figli e ciascuno è chiamato ad essere collaboratore del Padre in questa opera. Per questo è importante rinnovare sempre l’alleanza educativa tra i vari soggetti nella Comunità, mettendoci in umile ascolto di quello che Lui ci ispira per indirizzarci alla vera gioia e maturando scelte responsabili. Abbiamo riconosciuto l’amore che Dio ha per noi in suo Figlio Gesù, che ci ha amati e ha donato se stesso per noi, rendendoci partecipi della sua Vita attraverso il battesimo. Voi genitori avete chiesto questa Vita nel Battesimo dei vostri figli e ora desiderate che, accompagnati dalla Comunità Cristiana, possano coltivarla, crescendo come persone capaci di amare e lasciarsi amare.
Vale la pena cogliere questa bella opportunità anche per voi stessi:
– riscoprendo il vostro Battesimo e la vostra appartenenza alla Comunità cristiana, mettendovi anche voi in cammino;
– partecipando ogni domenica con i vostri figli alla S. Messa
– ad accompagnarli all’appuntamento della catechesi, interessandovi di ciò che vivono e delle proposte della Parrocchia;
– ad avere a cuore anche i figli degli altri, con discrezione e senza invadenza né indifferenza;
– a cercare con i sacerdoti, i catechisti di cogliere quelle ispirazioni concrete per vivere il Vangelo nella vita quotidiana.
Ricominciamo allora tra pazienza e coraggio non dimenticando che “il male, qualunque esso sia, ci tocca sempre due volte: la prima ci ferisce, la seconda ci trasforma”. Tutto in questi mesi si è rivoluzionato, tutto è stato messo in discussione. Ne usciremo trasformati, migliorati? Non c’è dato di saperlo, solo sperarlo. Feriti ma trasformati…
don Luca Pomati
Dio, Padre fedele e misericordioso, Ti ringraziamo per il dono di essere la tua famiglia, per la santità suscitata in ogni tempo nella Chiesa, e per i doni che elargirai nel cammino della nostra Comunità Pastorale.
Gesù, pastore, guida e custode della nostra Chiesa, noi vogliamo accogliere con fiducia il tuo invito a ricercare insieme il volto che desideri per la nostra Comunità.
Spirito Santo, Amore del Padre e del Figlio, accresci in noi la lieta certezza che tu operi sempre, prima e meglio di noi, nella Chiesa, in ogni persona e nella società.
Vergine Maria, Madre della Chiesa, splendido modello di docilità allo Spirito santo, dona a tutti di ascoltarlo con fede e letizia, per divenire Chiesa fedele al tuo Figlio Gesù e all’umanità affidata al tuo cuore materno.
Amen